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Au cœur du sacré
Elvezia Allari – Azione poetica Paola Gnata
Au cœur du sacré
Tiara composta da Ostie e filo di ferro cotto – Elvezia Allari
Azione poetica – Paola Gnata
Testo di Francois Bruzzo
Editing – PassaParola Comunicazione
Ostia (dal latino hostis) era la vittima che presso i popoli antichi era offerta alla divinità. Una tiara composta da ostie, da vittime, ovverosia, in quanto dalla sua origine nell’antica Asia la tiara è l’attributo più alto del potere, essa rimanda ad una forma primigenia della corona e del diadema, la tiara composta di ostie allude al potere e alle sue vittime.
Una tirannide che cerchia la testa, un dominio profondo che rapprende la nostra mente, non più un potere esercitato da un sovrano o tiranno secondo le forme classiche di dominazione, ma un potere impersonale che agisce senza più comportare una dialettica padrone/schiavo di stampo hegeliano, ma soltanto ed unicamente varie forme di schiavitù. È l’App regia che determina i nostri comportamenti. Ciò che ci in-forma, che dentro la nostra psiche impernia le nostre azioni e le nostre reazioni.
La tiara era anche il copricapo degli antichi magi il cui potere proveniva dall’occulto, da ciò che rimaneva nascosto ai più. Cosa accade se disoccultiamo il software che programma la nostra mente? Poiché è solamente un software, cioè qualcosa sì di così apparentemente leggero da non essere sentito come un dettame ma come qualcosa che ci appartiene in proprio e che fa parte della nostra civiltà. Mentre ciò che ci è davvero proprio è ben altro, così altro da non sembrarci nostro, da sembrarci estraneo, di una estraneità vicina alla follia mentre invece è la soglia da cui può farsi luce il continente nascosto da cui proveniamo e dal quale siamo stati strappati ed esiliati. Qui c’imbattiamo nel disagio nella civiltà di cui scrive l’ultimo Freud, ovvero ciò che nella nostra civiltà ci fa stare male.