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Ninfee in volo
Elvezia Allari
Nel video-performance NINFEE IN VOLO si può percepire una sorta di gioco che lentamente dispone lo spirito, una sorta di danza. Si può percepire un tempo da meditare, scandito dal ritmo ineguale della goccia che risuona, lenta e costante. Il tempo-goccia è protagonista della rappresentazione nel giardino mentale evocato dalle piante e dalla parete bianca.
Osservando i gesti dell’artista, intenti a disporre via via quelle forme che vanno a comporsi come disegni sulla parete, possiamo riconoscere la concentrazione dedicata a quei segni così semplici e iconici. Sono segni che corrispondono ad una realtà raffigurata nella mente, non sono illustrazioni ma rappresentazioni concettuali di quell’idea. Lentamente prende forma l’evocazione del volo suggerita dal titolo.
E tuttavia, Elvezia ne sposta una piccola matassa, quei segni/ninfee sono evidentemente fili di ferro. Lei li ha piegati con le mani, plasmati vincendo la resistenza del materiale fino ad ottenere l’idea cercata: il segno evocativo della bellezza e della leggerezza naturale di una forma vegetale. È dunque legittimo interpretare questa scelta del materiale espressiva della fatica quotidiana necessaria a trasformare la pesantezza in leggerezza?
Il suono regolare della goccia segna il tempo. L’immagine si compone dinamicamente nello spazio a partire dal centro, al primo segno-foglia-fiore se ne aggiungono altri, prende forma un equilibrio instabile, dinamico, l’idea di un volo… potenzialmente infinito. Il pensiero si fa strada, poeticamente.
Ma quale è il pensiero all’origine dell’idea suggerita dal titolo. Da dove viene… forse le ninfee “volano” sull’acqua come fossero nel cielo… l’acqua è lo specchio del cielo… dallo stagno possiamo raggiungere le nuvole?
Seguendo le tracce di Elvezia Allari possiamo anche provare ad essere capaci di sentirci “non come un evanescente anello di congiunzione tra passati terribili o idilliaci da un lato e futuri salvifici o apocalittici dall’altro”, ma come creature presenti simultaneamente e “interconnesse in una miriade di configurazioni aperte …” [Donna Haraway]
Alessandra Menegotto
Alessandra Menegotto